A Lino Mannocci, firma nota a livello internazionale, è dedicata questa retrospettiva unica nel suo genere, la quale ripercorre tutto l’arco di una notevole produzione artistica che annovera al suo interno circa settanta opere, sorprendentemente variegate e contraddistinte da una incredibile varietà di mezzi, forme, temi, suggestioni.
Diligente osservatore ed instancabile sperimentatore, cofondatore del movimento artistico “la Metacosa”, Mannocci ha saputo portare avanti, lungo tutto l’arco della propria produzione artistica, un’incessante esplorazione di possibilità diverse e prospettive complesse, ora stranianti ora rassicuranti; è riuscito a mettere in scena, a livello figurativo, un delicato eppure potente surrealismo, reso via via “domestico”. Maestro del grafismo, ha dato vita ad innumerevoli scene teatrali bidimensionali, potenti e magnetiche, seppure a loro modo quiete e discrete.
Il progetto espositivo della mostra, la prima realizzata dopo la morte dell’artista, è stato curato dai figli, Pico e Cosimo, e realizzato anche grazie alla collaborazione di amici, come il gallerista Arialdo Ceribelli e la storica dell’arte Nadia Marchioni. I testi in catalogo sono di Pico e Cosimo Mannocci e Nadia Marchioni.