Uno dei due protagonisti di questo dialogo artistico, Ettore Di Giorgio, morto a Viareggio senza però esservi nato, durante la propria vita ha molto viaggiato e osservato; sarà forse per questo che nei suoi ritratti gli occhi sono il fulcro di tutto. Partito dall’incisione, Di Giorgio giunge alla pittura in un secondo momento, raffigurando una molteplicità di soggetti (soprattutto ritratti e nature morte), in cui spesso tonalità cupe e tonalità solari coesistono, fianco a fianco. Un retaggio del primo mestiere artistico (quello dell’incisione, appunto) rimarrà sempre nei suoi dipinti, nelle pennellate “scultoree” che ricordano colpi di sgorbia e nelle figure “penetranti”.
Testo di Antonella Serafini.
Evento svoltosi a Villa Argentina, Viareggio