Nel 2018 la città di Lucca si converte in scenario ideale per accogliere le opere di Jiménez Deredia, Dando vita ad un dialogo senza tempo tra antichità, contemporaneità e futuro (un “futuro indefinito all’origine del mondo”). Deredia ha calato gli archetipi legati alla sua terra nei materiali propri della grande scultura occidentale, il marmo e il bronzo, dando vita ad un’arte ancestrale sublimata, dove, in particolare, “la donna è sfera, è l’inizio della vita”. Figure femminili che sono quindi sfingi dalle forme piene e rotonde, lunari, esseri ultra-umani nell’attesa dell’apertura di uno stargate cosmico. Citando le parole dello scultore: “Dobbiamo prendere coscienza del fatto che siamo polvere di stelle in trasmutazione”.
Testo critico: Vittorio Sgarbi.
Testi di antologia critica: AAVV.