Realismo e fantasticherie si intersecano e a volte sovrappongono nelle opere di questo artista americano trasferitosi in provincia di Lucca negli anni ’80. Opere che mostrano e raccontano rovine private, “spaccati di vita dimenticati” (Oriano Landucci), come conseguenza di un abbandono, una partenza, un’eterna mancanza. David Finkbeiner, perennemente affascinato dalle piccole cose, si dedica ad una meticolosa ricerca di anime tra le crepe delle pareti.
Testo critico di Margherita Loy.