Uniti nella vita e nella produzione creativa, Giuseppe Ardinghi e Mari Di Vecchio hanno creduto fermamente in un ruolo rigeneratore della cultura e dell’arte. Tra i protagonisti di una stagione di fervore intellettuale ed artistico a Lucca, i due coniugi erano, l’uno per l’altra, i primi e i più importanti spettatori e critici delle rispettive produzioni. Legati ai modi della pittura formatisi in Toscana a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, con naturale riferimento ai macchiaioli, erano entrambi anche consapevoli rispetto ai temi delle avanguardie artistiche. Giuseppe Ardinghi più imponente e rotondo nella forma e più caldo nel colore; Mari di Vecchio più “asciutta”, incisiva nel segno, a volte spigolosa, ma al tempo stesso lieve e poetica, spesso tenue nei colori. Diversi ma uguali, i due artisti abitano questo catalogo con ritratti, nature morte e paesaggi, incorniciati dai testi di Alessandra Trabucchi, Giovanni Ricci, Elisa Bassetto e Silvia Caponi.