Livornese, con una evidente passione per l’arte toscana dal ‘300 al ‘500 ed uno spiccato interesse nei confronti della pittura figurativa di area anglosassone, nonché da sempre attratto dalla cultura iberica, Marco Manzella ha avuto il compito, attraverso la mostra “Il bosco sacro e altri racconti”, di chiudere artisticamente il 2014 ed inaugurare il 2015 al Palazzo delle Esposizioni.
Forte di un vastissimo repertorio di grandi modelli di riferimento, fonti di ispirazione e contaminazioni iconografiche, Manzella, fedele ad un’idea di pittura rigorosa e composta ma al tempo stesso dal forte valore narrativo, declina qui in primis il tema del paesaggio, immaginato e presentato come costruzione artificiale ed artificiosa staccata da qualsiasi luogo reale; un paesaggio in cui la bidimensionalità convive con una tridimensionalità molto accentuata (alcune forme sono appena accennate, altre fortemente scultoree), al di sotto della quasi onnipresenza di nuvole pervasive. Una pittura rigorosa e composta quella di Manzella, all’interno della quale sembrano predominare il silenzio e l’attesa, palpabili anche nelle pose eloquenti e negli sguardi ora magnetici ora sfuggenti, ma comunque spesso indecifrabili. Parte della produzione è invece dedicata alla grafica (disegni e acqueforti), la cui esecuzione è stata evidentemente rigorosa e raffinata.
Testi in catalogo: Marco Palamidessi e Guido Masini.