Apertura sale espositive:

GIUSEPPE ARDINGHI E MARI DI VECCHIO – L’AMBIENTE ARTISTICO DEL NOVECENTO A LUCCA

locandina mostra Ardinghi Di Vecchio

GIUSEPPE ARDINGHI E MARI DI VECCHIO.

L’ambiente artistico del Novecento a Lucca.

a cura di Alessandra Trabucchi

Palazzo delle Esposizioni, Piazza San Martino n. 7

Lucca

Dal 15 dicembre 2019 al 26 gennaio 2020

Dal martedì alla domenica, 15.30 – 19.30

Inaugurazione: sabato 14 dicembre ore 17.00

 

Catalogo Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca

Testi in catalogo di Alessandra Trabucchi, Giovanni Ricci, Elisa Bassetto, Silvia Caponi

 

Incontri dedicati al Novecento lucchese, in occasione della mostra

a cura di Giovanni Ricci

 

 

Il progetto scientifico

La mostra intende valorizzare un particolare momento della cultura lucchese che si colloca tra gli anni Trenta e il secondo dopoguerra del secolo scorso. Una porzione di storia riletta attraverso lo sguardo artistico della coppia di pittori lucchesi Giuseppe Ardinghi e Mari Di Vecchio. È questo il periodo nel quale una serie di artisti e scrittori (e a volte anche le due cose insieme), nati intorno al 1910 e cresciuti a Lucca, trovano nello storico Caffè Di Simo, già Caselli, il luogo di incontro e di aggregazione, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale. In ordine sparso, il gruppo lucchese di riferimento è formato da Guglielmo Petroni, Romeo Giovannini, Giuseppe Ardinghi, Mari Di Vecchio, Arrigo Benedetti, Gaetano Scapecchi, Leone Lorenzetti, Domenico Lazzareschi e Mario Tobino, lucchese d’adozione. Questi personaggi, ognuno con le proprie caratteristiche, possedevano un’idea di cultura comune, di ricerca e di tensione etica ed esistenziale, capace di portarli alla ribalta sulla scena dell’ambiente intellettuale novecentesco. Nella mostra saranno presenti circa 90 opere, tra disegni, quadri e sculture, accompagnate da brani letterari in grado di trasmettere al visitatore i personaggi e le atmosfere di quel periodo. Ad esempio, le pagine di Guglielmo Petroni, come quelle di Scritti lucchesi, o del suo ultimo romanzo, Il nome delle parole, saranno preziose per la loro capacità di rievocazione, così come gli scritti di Giuseppe Ardinghi (Novecento al Caffè, la raccolta di racconti pubblicata in «Erba d’Arno»). La presenza di documenti d’epoca e di alcune lettere tratte dagli epistolari, mostrerà la comunanza di intenti e la solidarietà tra questi artisti. Lucca inoltre, fa da cornice al periodo di formazione di alcuni tra i principali intellettuali italiani che hanno contribuito alla definizione di valori e sentimenti della cultura del Novecento. Tra gli obiettivi dell’esposizione, oltre a valorizzare l’opera artistica di Ardinghi e Di Vecchio, si vuole restituire alla città il valore culturale di un periodo storico di grande importanza e ricco di stimoli.

 

 

 

Sezioni della mostra

  1. Giuseppe Ardinghi e Mari Di Vecchio: la formazione e le esperienze espositive nazionali ed internazionali
  2. Una famiglia di artiste: Carolina Triglia Di Vecchio e Giorgina Di Vecchio Bertolucci
  3. Il gruppo lucchese e gli amici del Caffè Di Simo
  4. Il secondo dopoguerra e il ritorno a Lucca
  5. Due cartoni per le vetrate della Cattedrale di San Martino
  6. L’impegno per la Storia e la critica d’Arte (testimonianze e contributi).

Sono stati individuate circa 90 opere provenienti da collezioni varie, comprese le opere del gruppo lucchese degli amici del Caffé Di Simo, tra cui Guglielmo Petroni, Domenico Lazzareschi, tre sculture bozzetto di Geatano Scapecchi e due quadri di Leone Lorenzetti e Cesare Olivieri. Sono state richieste in prestito alcune opere significative di Giuseppe Ardinghi: La Madre, 1933 e Mari in attesa, 1934, un cartone preparatorio Sant’Anselmo e Matilde di Canossa, conservate presso i Musei Nazionali di Palazzo Mansi e Villa Guinigi a Lucca. Di Gugliemo Petroni Autoritratto, custodito presso l’Archivio Bonsanti – Gabinetto Vieusseux di Firenze,

Si intende riproporre un’ampia selezione di opere di Giuseppe Ardinghi e Mari Di Vecchio, la coppia artistica artefice del successo del gruppo lucchese negli anni Trenta e Quaranta, che tra la Versilia e Firenze proponeva le proprie collettive in un sistema delle arti sempre più statalizzato. Questi artisti partecipavano alle Biennali a Venezia e alle mostre del Sindacato per le Arti toscano, mantenendo un’autenticità di intenti e una coesione, grazie alla quale riuscirono a restare al di fuori della così detta ʹarte di propagandaʹ. Questo gruppo di artisti mantenne uno stretto rapporto con l’ambiente letterario italiano, in particolare Ardinghi fu un abile autore di recensioni d’arte per alcuni quotidiani, quali Il Telegrafo, La Gazzetta del Serchio, oltre che autore di racconti e poesie spesso pubblicati nelle riviste Rassegna Lucchese ed Erba d’Arno. Si occupò anche di storia dell’arte lucchese, in particolare del periodo medioevale, proponendo attribuzioni di pale d’altare collocate in varie pievi e chiese del territorio, ricevendo le attenzioni di storici e critici come Roberto Longhi, Carlo Ludovico Ragghianti, così come di Mario Tobino, Walter Binni, ed altri. Insieme a Felice Del Beccaro partecipò attivamente al Gruppo culturale Renato Serra dal 1947 al 1956, con sede proprio presso il Caffè Di Simo a Lucca.

 

Ciclo di incontri dedicati al Novecento lucchese

Nel periodo di apertura della mostra, sono previsti una serie di appuntamenti pomeridiani, a cura di Giovanni Ricci e della Fondazione Banca del Monte di Lucca, per l’approfondimento di alcuni aspetti del periodo storico analizzato, in particolare l’analisi dell’ambiente letterario novecentesco lucchese, denso di legami di amicizia e stima tra i protagonisti, coesi ed attivi anche nel contesto nazionale.

 

 

 

 

 

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